Avasinis, UD (venerdì, 2 maggio 2025)–A 80 anni dall’eccidio del 2 maggio 1945, la comunità di Avasinis si stringe nel ricordo delle 51 vittime innocenti uccise da un commando nazifascista. Una ferita ancora aperta che chiede memoria, giustizia e verità
di Mara Vidon
A ottant’anni dall’eccidio di Avasinis, che il 2 maggio 1945 ha segnato una delle pagine più drammatiche della storia del Friuli, le commemorazioni di quest’anno sono state un momento di riflessione e di unità per la comunità locale e le autorità regionali. La strage, che ha visto la morte di 51 persone, tra cui 32 donne, 19 uomini, e alcuni bambini, è ancora oggi un tema di grande dolore per le famiglie delle vittime e per chi, nella comunità di Avasinis, non ha mai smesso di cercare verità e giustizia.
La cerimonia ha avuto luogo presso la pieve di Avasinis, dove autorità politiche e civili si sono riunite per rendere omaggio alle vittime e riflettere sul significato della memoria storica. Tra i partecipanti, l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, che ha sottolineato l’importanza di trasmettere alle nuove generazioni il messaggio di pace, un valore da difendere e che non può essere mai dato per scontato.
“L’ottantesimo anniversario segna il momento per ricordare questi martiri trucidati ingiustamente e anche per dire che questa comunità, con la compostezza del proprio dolore e l’umiltà del lavoro di ricerca, ha sempre voluto ricordare i propri concittadini e restituire i fatti con una ricostruzione storica accurata. L’Amministrazione regionale rivolge un plauso al Comune anche per l’impegno costante di portare l’insegnamento di quanto accaduto nelle scuole, non smettendo mai di perseguire la verità e di tramandare i valori di pace, rispetto, unità che caratterizzano questa nostra comunità” ha dichiarato Zilli. “E’ fondamentale il messaggio di unità a dispetto di alcuni che ne fanno una questione di parte. Non c’è memoria che non debba trovare verità e giustizia, continuando a divulgare la storia”.
L’eccidio di Avasinis rappresenta un atto di violenza gratuita, compiuto da un gruppo di soldati nazifascisti in ritirata, quando in molti paesi del Friuli si stava già festeggiando la Liberazione. Alle 10:30 del 2 maggio 1945, una squadra delle SS, irruppe nel paese, uccidendo uomini, donne e bambini. Tra i testimoni di quei tragici eventi, il parroco don Francesco Zoss, che ha vissuto personalmente il dramma della strage e ha contribuito, nel corso degli anni, a tramandare la memoria dell’eccidio.
Anche il consigliere regionale Massimiliano Pozzo, ha preso parte alla cerimonia. Pozzo ha parlato della necessità di non dimenticare mai il sacrificio di chi ha perso la vita in quella strage e ha ribadito il valore della libertà conquistata a caro prezzo.
“Oggi la comunità locale si è riunita nel ricordo delle vittime, a cui va la memoria e la riconoscenza dell’intera comunità regionale, e allo stesso tempo per riflettere sul valore della libertà: un patrimonio da difendere, da non dare per scontato e reso possibile grazie al sacrificio di molte vite umane”, ha affermato Pozzo. “Un ringraziamento va al Comune di Trasaghis, insieme alle associazioni e alla comunità di Avasinis che portano avanti memoria e ricerca, perché momenti come questo sono necessari per tramandare la storia anche alle nuove generazioni, affinché abbiano la consapevolezza del passato, fatto anche di orrori, e così possano vivere con più coscienza il presente”.
L’atto di commemorazione non è stato solo un momento per onorare le vittime, ma anche un’occasione per riflettere sul valore della libertà e sulla necessità di proteggere la pace: “La necessità di ritrovare un messaggio di pace e di umanità. Sappiamo cos’è la guerra, ma sappiamo anche cos’è la pace e abbiamo il dovere di non perdere mai l’umanità”, ha sottolineato l’assessore Zilli.
Last modified: Maggio 2, 2025